Indice puntualità entro 5 min. |
Dati molto lontani dalla media del FVG, il cui servizio nel 2017 ha rilevato le migliori performance in fatto di puntualità reale, con il 94,7% dei treni puntuali entro i 5 minuti, precedendo la Provincia Autonoma di Bolzano (94,1%, l’Abruzzo (93,5%), la Provincia Autonoma di Trento (93%), il Veneto (92,6%), le Marche (92,1%), il Lazio (91,9%), la Toscana (90,8%) e la Valle d’Aosta (90,5%).
Indice delle soppressioni |
Particolarmente grave la situazione dei treni del mattino, utilizzati dagli studenti, spesso costretti ad essere trasbordati sui bus sostitutivi e arrivare tardi a scuola o peggio ancora, per chi frequenta l'ISIS Brugnera o l'Istituto Superiore "Il Tagliamento" di Spilimbergo, a perdere la prima ora di lezione a causa della perdita delle coincidenze bus a Sacile o a Maniago.
Pesanti anche i disagi causati agli automobilisti, spesso intrappolati in lunghe code ai passaggi a livello in tilt.
Anche oggi la settimana è iniziata male, con due corse soppresse (R24862 e R24864) e autosostiuite e con il R24867 giunto a Sacile in forte ritardo (20 min.).
Disagi che hanno comportato i soliti ritardi per gli studenti dell'Ipsia Della Valentina, del Liceo Pujatti e del Marchesini. All'Isis Brugnera alcuni studenti sono arrivati a scuola alle 9.30 con un taxi, messo a disposizione da Trenitalia, a causa della perdita della coincidenza bus Atap a Sacile.
Nella sottostante tabella riportiamo i dati per singola settimana monitorata.
Anche oggi la settimana è iniziata male, con due corse soppresse (R24862 e R24864) e autosostiuite e con il R24867 giunto a Sacile in forte ritardo (20 min.).
Disagi che hanno comportato i soliti ritardi per gli studenti dell'Ipsia Della Valentina, del Liceo Pujatti e del Marchesini. All'Isis Brugnera alcuni studenti sono arrivati a scuola alle 9.30 con un taxi, messo a disposizione da Trenitalia, a causa della perdita della coincidenza bus Atap a Sacile.
Nella sottostante tabella riportiamo i dati per singola settimana monitorata.
Periodo
|
Num
corse
|
Soppressioni
|
Puntualità
entro
5 min.
|
Puntualità
entro
15 min.
|
1°
settimana
11-
6 dicembre 2017
|
116
|
15
(12,9%)
|
62,1%
|
70,7%
|
2°
settimana
18-23
dicembre 2017
|
110
|
14
(12,7%)
|
67,3%
|
79,1%
|
3°
settimana
27-30
dicembre 2017
|
74
|
8
(10,8%)
|
81,1%
|
87,8%
|
4°
settimana
2-
5 gennaio 2018
|
80
|
2
(2,5%)
|
87,5%
|
91,3%
|
5°
settimana
8
-13 gennaio 2018
|
116
|
2
(1,7%)
|
81,0%
|
90,5%
|
6°
settimana
15-20
gennaio 2018
|
80
|
8
(6,8%)
|
88,90%
|
92,50%
|
TOTALE
dal
11.12.2017
al
13.01.2018
|
618
|
49
(7,8%)
|
75,7%
|
83,80%
|
Dati fallimentari che fanno balzare all'onore delle cronache la Ferrovia Pedemontana come “la pecora nera d'Italia per puntualità”.
Noi non ce la prendiamo con i ferrovieri, che stanno facendo salti mortali, lavorando h24 per completare l'adeguamento della linea, ma con la politica, che ha voluto, per evidenti motivi elettorali, affrettare la riapertura della ferrovia solo per organizzare la grande festa dell'inaugurazione.
I politici, sia quelli regionali che quelli locali, cercano ora come Gatto Silvestro di arrampicarsi sugli specchi, scaricando le proprie responsabilità su RFI e Trenitalia. Un comportamento imbarazzante, a partire dall’Assessore regionale alla Mobilità, Mariagrazia Santoro, che senza mai scusarsi con gli utenti, ha persino cercato di giustificare questo disastro come “periodo di rodaggio”, dimenticandosi che le maggiori responsabilità di questa debacle sono da imputare ai funzionari regionali a cui spettava l'attività di programmazione e coordinamento.
Un'impreparazione a tuttotondo, visto che – nonostante le proposte e i suggerimenti dei Comitati dei Pendolari - sono stati sbagliati gli orari, ed è mancata ogni tipo di informazione sul territorio.
Non sono esenti da responsabilità neppure i Sindaci, in primis il “cerchio magico maniaghese” di Andrea Carli, pronto a prendersi meriti non suoi sul palco il giorno dell’inaugurazione e ad annunciare sui giornali fantomatici progetti per la “Freccia delle Dolomiti friulane” per poi disinteressarsi della questione, non degnandosi neppure, al contrario di altri suoi colleghi, di dare una risposta alla petizione di 759 firme di studenti e pendolari.
L'apertura della sala d’aspetto a Maniago è l’emblema di questo modo superficiale di lavorare, visto che per sistemare 7 sedie e aprire e chiudere una stanza si è attesa la bellezza di ben 37 giorni! Era troppo pensare di prendere in carico le stazioni prima che il servizio venisse riattivato?
Regione e Comuni sapevano da oltre un anno che la ferrovia sarebbe stata riaperta e in tutto questo periodo nessuno ha mosso un dito per chiedere a RFI in comodato le stazioni, nonostante sui giornali si siano fatti roboanti annunci, come a Maniago, con il progetto di trasformare la stazione nella “Casa del Turismo”.
Mancano ancora le biglietterie self-service: una verrà installata da Trenitalia all'interno della'autostazione di Maniago, come richiesto dal Sindaco Carli: l’ennesima scelta assurda e lontana dalle esigenze di chi utilizza il treno ogni giorno …
Una “Freccia” spuntata, dove oltre ai problemi ferroviari, si aggiunge la mancanza di un vero progetto turistico sul quale si doveva basare il rilancio della ferrovia, inserita dalla Legge n. 128/2017 tra le 18 linee di rilevanza turistica nazionale.
Montagna Leader, soggetto delegato a seguire la programmazione turistica, non è assolutamente in grado di realizzare il progetto di Territorio, il quale non è stato nemmeno abbozzato, senza pensare che tale non coinvolge né Sacile, né Gemona nè gli altri Comuni udinesi. Ci domandiamo come si possa pensare di sviluppare un progetto turistico di area vasta senza tenere in considerazione le due stazioni capolinea, che sono peraltro le più popolose della tratta?
Si sta rischiando di rovinare tutto il lavoro di anni, di chi – come noi – aveva con buon senso chiesto il rilancio della Pedemontana con ben altre modalità: un numero di treni/giorno adeguato alle esigenze del Territorio (12 e non 20), orari e coincidenze confacenti alla domanda di mobilità di studenti e pendolari, una promozione del servizio mediante un’informazione capillare sul territorio e l’avvio di servizi in stazione a supporto del progetto turistico.
Purtroppo nulla di questo è stato nemmeno preso in considerazione e si continua da un lato a giocare sulla pelle degli utenti, dall'altro a perdere una grande occasione di sviluppo per il Territorio sfruttando il progetto della ferrovia turistica.
I politici, sia quelli regionali che quelli locali, cercano ora come Gatto Silvestro di arrampicarsi sugli specchi, scaricando le proprie responsabilità su RFI e Trenitalia. Un comportamento imbarazzante, a partire dall’Assessore regionale alla Mobilità, Mariagrazia Santoro, che senza mai scusarsi con gli utenti, ha persino cercato di giustificare questo disastro come “periodo di rodaggio”, dimenticandosi che le maggiori responsabilità di questa debacle sono da imputare ai funzionari regionali a cui spettava l'attività di programmazione e coordinamento.
Un'impreparazione a tuttotondo, visto che – nonostante le proposte e i suggerimenti dei Comitati dei Pendolari - sono stati sbagliati gli orari, ed è mancata ogni tipo di informazione sul territorio.
Non sono esenti da responsabilità neppure i Sindaci, in primis il “cerchio magico maniaghese” di Andrea Carli, pronto a prendersi meriti non suoi sul palco il giorno dell’inaugurazione e ad annunciare sui giornali fantomatici progetti per la “Freccia delle Dolomiti friulane” per poi disinteressarsi della questione, non degnandosi neppure, al contrario di altri suoi colleghi, di dare una risposta alla petizione di 759 firme di studenti e pendolari.
L'apertura della sala d’aspetto a Maniago è l’emblema di questo modo superficiale di lavorare, visto che per sistemare 7 sedie e aprire e chiudere una stanza si è attesa la bellezza di ben 37 giorni! Era troppo pensare di prendere in carico le stazioni prima che il servizio venisse riattivato?
Regione e Comuni sapevano da oltre un anno che la ferrovia sarebbe stata riaperta e in tutto questo periodo nessuno ha mosso un dito per chiedere a RFI in comodato le stazioni, nonostante sui giornali si siano fatti roboanti annunci, come a Maniago, con il progetto di trasformare la stazione nella “Casa del Turismo”.
Mancano ancora le biglietterie self-service: una verrà installata da Trenitalia all'interno della'autostazione di Maniago, come richiesto dal Sindaco Carli: l’ennesima scelta assurda e lontana dalle esigenze di chi utilizza il treno ogni giorno …
Una “Freccia” spuntata, dove oltre ai problemi ferroviari, si aggiunge la mancanza di un vero progetto turistico sul quale si doveva basare il rilancio della ferrovia, inserita dalla Legge n. 128/2017 tra le 18 linee di rilevanza turistica nazionale.
Montagna Leader, soggetto delegato a seguire la programmazione turistica, non è assolutamente in grado di realizzare il progetto di Territorio, il quale non è stato nemmeno abbozzato, senza pensare che tale non coinvolge né Sacile, né Gemona nè gli altri Comuni udinesi. Ci domandiamo come si possa pensare di sviluppare un progetto turistico di area vasta senza tenere in considerazione le due stazioni capolinea, che sono peraltro le più popolose della tratta?
Si sta rischiando di rovinare tutto il lavoro di anni, di chi – come noi – aveva con buon senso chiesto il rilancio della Pedemontana con ben altre modalità: un numero di treni/giorno adeguato alle esigenze del Territorio (12 e non 20), orari e coincidenze confacenti alla domanda di mobilità di studenti e pendolari, una promozione del servizio mediante un’informazione capillare sul territorio e l’avvio di servizi in stazione a supporto del progetto turistico.
Purtroppo nulla di questo è stato nemmeno preso in considerazione e si continua da un lato a giocare sulla pelle degli utenti, dall'altro a perdere una grande occasione di sviluppo per il Territorio sfruttando il progetto della ferrovia turistica.
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