Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 23 agosto 2012

Treni indivisi: scongiurati i tagli sulla Trieste – Udine-Venezia

Trenitalia non taglierà i collegamenti ferroviari tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Lo ha confermato l'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi al termine del confronto con Trenitalia al Ministero dei Trasporti a Roma.
Dichiarandosi "molto soddisfatto del risultato raggiunto, frutto del lavoro fatto insieme alle altre Regioni e Province autonome", presenti al tavolo ministeriale, Riccardi ha espresso il proprio ringraziamento per la sensibilità dimostrata dai rappresentanti del Ministero dei Trasporti e di quello dell'Economia, oltre che naturalmente dai colleghi delle altre Amministrazioni regionali, sull'opportunità di non penalizzare in alcun modo il servizio di trasporto pubblico su rotaia.
In particolare ai rappresentanti dei due dicasteri l'assessore ha anche chiesto che "le valutazioni per l'attribuzione delle risorse per i servizi ferroviari non possono essere definite in modo lineare. Ogni Regione ha le sue dinamiche, che devono essere considerate e rispettate".
L’esito positivo del confronto eviterà quindi gli annunciati tagli ai convogli definiti “indivisi”, ovvero quelli un tempo chiamati interregionali, che attraversano due regioni, percorrendo tratte esterne ai territori regionali.
L'allarme come si ricorderà era stato lanciato nelle scorse settimane dall’AD di Ferrovie, Mauro Moretti, il quale aveva dichiarato che se venissero meno i trasferimenti dello Stato, i tagli saranno all’ordine del giorno, vista la mancanza di risorse disponibili.
A fronte di ciò Trenitalia, come previsto dal proprio programma operativo, avrebbe inteso apportare significative riduzioni ai collegamenti ferroviari che interessano tutti e quattro i capoluoghi regionali, con soppressioni che sarebbero state attuate in tre fasi.
I treni "indivisi" di interesse regionale vengono svolti sulle due direttrici che collegano Trieste al nodo di Venezia Mestre, denominate rispettivamente linea "alta" n. 14 Trieste-Udine-Venezia e linea "bassa" n. 13 Trieste-Portogruaro-Venezia. I primi due collegamenti che avrebbero dovuto essere soppressi, già in questi giorni, e che invece sono salvati, sono il treno 2476 Trieste-Udine-Venezia delle ore 20.42 e il treno 2219 Venezia-Trieste via Portogruaro delle ore 0.21. La seconda fase di tagli, a far data dal 9 settembre 2012, prevedeva la soppressione di tre ulteriori treni (il treno 2204 Trieste-Venezia via Portogruaro delle 18.44, il treno 2474 Venezia-Udine delle 23.56 e la soppressione del treno 2471 Udine-Trieste delle 00.03). Era infine prevista una terza fase, entro ottobre 2012, che avrebbe comportato il taglio di ulteriori sei treni (il treno 2469 Udine-Venezia delle ore 18.07, il treno 2470 Venezia-Udine delle ore 22.04, il treno 2460 Trieste-Udine delle 12.56, il treno 2455 Udine-Trieste delle 15.56, il treno 2209 Venezia-Trieste via Portogruaro delle 13.11 e il treno 2220 Trieste-Venezia delle 16.44).
Siamo particolarmente soddisfatti per l’esito del confronto Stato-Trenitalia e Regioni. Ci pare che il buon senso finalmente abbia fatto capolino.
Riteniamo ottimo e soprattutto lungimirante l’indirizzo politico adottato dalle Regioni, che consapevoli del particolare momento di ristrettezza economica, hanno puntato a dialogare in maniera fattiva con Trenitalia, che da anni ormai ha intrapreso una campagna di razionalizzazione del servizio a livello nazionale.
D’altro canto però il Friuli e le altre Regioni contermini devono intraprendere a livello politico un pressing sul Ministero, affinché il Governo capisca che il diritto alla competitività è un elemento fondamentale dal quale non si può prescindere.
Non si tratta solo di difendere il fondamentale diritto di mobilità e circolazione dei cittadini, ma è necessario intraprendere una moderna politica dei trasporti, che possa al tempo stesso contemperare le esigenze di bilancio richieste dalla crisi e quelle di sviluppo sostenibile del territorio.
Siamo dell’idea che sparare a prescindere su Ferrovie dello Stato non basta: quello che manca è invece il coraggio di cambiar pagina, visto che non si può continuare a dar fiducia a persone come l’AD di FS Moretti, artefice di uno sfacelo senza eguali, come dimostrato dallo smantellamento del servizio regionale a vantaggio dell’Alta Velocità.
Questi risultati ovviamente non possono essere imputati unicamente ai manager pubblici, i quali hanno operato in maniera scellerata e poco lungimirante, di fatto creando un trasporto ferroviario a due velocità e relegando gran parte del territorio nazionale ad un isolamento inaudito per il XXI secolo. La politica ha le sue responsabilità e ora, prima che si raggiunga il punto di non ritorno, si deve assolutamente avere il coraggio di fare delle scelte, anche sofferte, in maniera da rendere il servizio moderno e competitivo.
A tal fine serve ponderatezza per arrivare a una regionalizzazione del servizio passeggeri.
Basta quindi con i tagli lineari, serve operare una razionalizzazione delle risorse, tagliando gli sprechi nella gestione corrente e investendo i risparmi in opere e strutture indispensabili per il settore.
Il Friuli ci sembra che abbia intrapreso la strada giusta con l’investimento del rinnovo del parco rotabile: una spesa di oltre 60 milioni, che permetterà di usufruire di ben 12 treni nuovi a partire dal prossimo anno.
Ora tuttavia serve un riassetto gestionale, che garantisca nel prossimo futuro una gestione del servizio capace di far fronte alle esigenze del nostro territorio, da sempre decentrato e residuale rispetto ai grandi centri.
Per questo riteniamo prioritario che si valuti se sussistano le condizioni per costituire anche in Friuli una sorta di newco a capitale misto privato-pubblico, sul modello Trenord della  Lombardia, usufruendo della struttura efficiente di F.U.C.

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