In 21 giorni 98 corse soppresse, 4 e mezza ogni giorno senza risparmiare aree della Regione. Un luglio da dimenticare per il trasporto ferroviario passeggeri in Friuli Venezia Giulia. Ad essere maggiormente colpita è stata la Udine-Trieste, ma non sono mancati problemi per i collegamenti in Carnia e per la Trieste- Portogruaro.Coincidenze sfortunate? No, insufficienza di materiale rotabile adeguato. Lo dimostra il fatto che nei primi giorni di agosto – con alcune linee ferme per lavori di manutenzione – la situazione si è già normalizzata perché i treni “sani” a disposizione sono di più. Ma a settembre cosa accadrà?
LUGLIO «Forse anche i treni soffrono il caldo e hanno bisogno di ferie» scherza un pendolare. Battute a parte, il mese scorso non sarà tra quelli da ricordare per i viaggiatori della regione. Da lunedì 5 luglio a domenica 25, in regione sono stati soppressi 98 treni. Molti sostituiti con trasferimenti in autobus, in diversi casi l’emergenza è stata risolta con il dirottamento su altra linea. Ma con quali disagi? «A volte è diventare matti – spiega un pendolare della Udine-Trieste – perchè quando acquisisci la certezza che il tuo treno non partirà, nello stesso momento diventi consapevole del fatto che non sai quando arriverai a casa o al lavoro. Perché le comunicazioni sono carenti per non dire inesistenti, perché la confusione regna sovrana. Se poi, come nel mese di luglio, si aggiunge il caldo e il nervosismo che ne deriva la situazione è facile da immaginare».
LA CLASSIFICA La situazione peggiore si è verificata sulla Udine –Trieste (andata e ritorno) dove le corse soppresse sono state complessivamente 33. Non si è discostata di molto la situazione sulla Casarsa Portogruaro (e ritorno): nelle due direzioni le corse cancellate (e il più delle volte autosostituite) sono state in tutto 27. Non mancano nella lista Trieste-Portogruaro, Trieste-Venezia, Udine-Venezia, Tarvisio-Udine-Cervignano, Tarvisio-Carnia, Trieste-Udine-Sacile, Udine-Carnia, Pinzano-Sacile. IL RIMEDIO Il più delle volte le corse sono state autosostituite ovvero si sono trasformate in viaggi in autobus “con tempi infiniti” evidenziano i pendolari. In altri casi, quando possibile, i pendolari sono stati trasferiti sul altri treni, ma anche in questo caso il passaggio non è stato certo indolore. LE CAUSE Secondo fonti delle ferrovie l’emergenza di luglio è presto spiegata: la causa è la mancanza di materiale, un numero insufficiente di treni per garantire tutte le corse. Molti convogli, infatti, sono guasti ed altri fermi per manutenzione. Ad agosto si sono fermate per lavori – sostituite con autocorse - due linee minori (la Casarsa-Portogruaro e la Sacile-Gemona” e questo rappresenta una boccata d’ossigeno, permette di aumentare il numero di mezzi a disposizione per le altre corse. Ma dopo le ferie cosa accadrà? «Per quanto potremo reggere questa situazione?» chiedono i pendolari. «Miglioramenti ce ne sono stati nella gestione dei ritardi, ma se il problema sono i treni insufficienti sarà difficile che non si verifichino altri disagi a pieno regime».
IL CASO A dare l’idea di un viaggio di ordinaria follia, è il racconto di un recente episodio riportato dal “Nodo di Udine”, uno dei comitati di pendolari che sorvegliano le condizioni del traffico ferroviario in regione. L'ennesimo disservizio all'utenza, ha come teatro la stazione di Buttrio, «ma essendo l'ultima stazione della linea Trieste-Udine, la stessa situazione si è presentata alle stazioni precedenti: treni annullati, avvisi contrastanti, su internet i treni erano dati in viaggio anche se con ritardo, ma in effetti erano cancellati mentre i messaggi sonori davano servizi sostitutivi di autocorse. Dove? Quando? Alla fine noi viaggiatori diretti a Udine, siamo stati "raccolti" eccezionalmente dal regionale 2855 dopo che le zanzare tigre avevano già fatto il loro. La stazione di Buttrio, come tutte le stazioni minori, oramai non è più presidiata, non esiste wc o semplice rubinetto con acqua potabile. Non c’erano treni, nè messaggi. Non c’era niente: vedevamo transitare solo treni merci (quelli sì girano perché non dipendono più da Trenitalia)». Si chiedono i pendolari: «Sono forse segni di un paese civile?» (Articolo di Martina milia, tratto dal Messaggero Veneto del 09.08.2010).
Lasciamo ai lettori ogni commento in merito.
Restiamo ancora in attesa di ricevere una, dicasi una, risposta in merto alle oltre 40 mail di segnalazione - reclamo, spedite in questi ultimi 7 mesi alla Regione e della Direzione Regionale Trenitalia.
Loro - dicono - stanno lavorando ... infatti i risultati sulla qualità del servizio sono dinanzi agli occhi di tutti ! Andiamo avanti così perché al peggio non c'è mai fine !
Buon viaggio a tutti !
Segreteria Comitato Alto Friuli
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