Gentile signora Lauretta,
abbiamo letto con rammarico e un pizzico di rabbia la sua lettera pubblicata sul Messaggero Veneto in data 23 aprile scorso (che le alleghiamo in copia), relativa alla sua “disavventura” in treno con uno degli addetti di controlleria Trenitalia.
Non è stato semplice rintracciarla, ma ci tenevamo molto a esprimerle tutta la nostra solidarietà in ordine al sopruso da Lei subito.
Il nostro Comitato, come molti altri, si batte da tempo per un sensibile miglioramento del servizio ferroviario, con particolar riguardo a quello rivolto ai Pendolari, che quotidianamente usufruiscono del treno come mezzo di spostamento per lavoro o studio.
Purtroppo nonostante le tante belle parole dei super pagati manager FS, siamo spettatori quotidiani di disservizi e purtroppo anche di queste scene: condotte arbitrarie poste in essere da taluni addetti di Trenitalia, che forti della loro qualifica di pubblico ufficiale, si permettono il lusso di assumere atteggiamenti arroganti e indisponenti verso l’utenza.
Il suo racconto ci ha particolarmente toccato, in quanto la mancanza di sensibilità dimostrata dal “capotreno sceriffo” di turno, ci ha fatto ricordare altre scene analoghe, dalle contestazioni a bordo treno in ordine alla questione del biglietto integrato Trenitalia-Saf (per il quale i viaggiatori della linea Udine-Tarvisio sono soggetti ad una illegittima, quanto discriminatoria maggiorazione tariffaria), ad altre in cui l’addetto di controlleria si è particolarmente distinto nella mancanza di sensibilità verso portatori di handicap o anziani in difficoltà con la timbratura del biglietto.
E' ben vero che il capotreno, nell'esercizio delle proprie mansioni, riveste la qualifica di pubblico ufficiale, e deve far rispettare il regolamento di viaggio, tuttavia un pizzico di buon senso non guasterebbe mai in determinate circostanze.
Rispettando la professionalità della categoria del ferrovieri, uomini e donne che quotidianamente si impegnano per fornirci un servizio pubblico che si possa definire decoroso, non possiamo tuttavia tollerare i comportamenti di questi sceriffi, salariati delle FS e dipendenti di un’azienda pubblica, che abusando della loro Autorità, si permettono di offendere e calpestare la dignità dei viaggiatori, i quali risultano sia utenti, in quanto paganti di un servizio, che contribuenti di un pubblico servizio, qual è quello ferroviario.
Non possiamo altro che esserle vicino e dimostrarle la nostra piena solidarietà per quanto accaduto, augurandoci che scene del genere non si ripetano in futuro, anche se visto l’andazzo sarà molto difficile.
Distinti saluti.
Comitato Pendolari Alto Friuli
abbiamo letto con rammarico e un pizzico di rabbia la sua lettera pubblicata sul Messaggero Veneto in data 23 aprile scorso (che le alleghiamo in copia), relativa alla sua “disavventura” in treno con uno degli addetti di controlleria Trenitalia.
Non è stato semplice rintracciarla, ma ci tenevamo molto a esprimerle tutta la nostra solidarietà in ordine al sopruso da Lei subito.
Il nostro Comitato, come molti altri, si batte da tempo per un sensibile miglioramento del servizio ferroviario, con particolar riguardo a quello rivolto ai Pendolari, che quotidianamente usufruiscono del treno come mezzo di spostamento per lavoro o studio.
Purtroppo nonostante le tante belle parole dei super pagati manager FS, siamo spettatori quotidiani di disservizi e purtroppo anche di queste scene: condotte arbitrarie poste in essere da taluni addetti di Trenitalia, che forti della loro qualifica di pubblico ufficiale, si permettono il lusso di assumere atteggiamenti arroganti e indisponenti verso l’utenza.
Il suo racconto ci ha particolarmente toccato, in quanto la mancanza di sensibilità dimostrata dal “capotreno sceriffo” di turno, ci ha fatto ricordare altre scene analoghe, dalle contestazioni a bordo treno in ordine alla questione del biglietto integrato Trenitalia-Saf (per il quale i viaggiatori della linea Udine-Tarvisio sono soggetti ad una illegittima, quanto discriminatoria maggiorazione tariffaria), ad altre in cui l’addetto di controlleria si è particolarmente distinto nella mancanza di sensibilità verso portatori di handicap o anziani in difficoltà con la timbratura del biglietto.
E' ben vero che il capotreno, nell'esercizio delle proprie mansioni, riveste la qualifica di pubblico ufficiale, e deve far rispettare il regolamento di viaggio, tuttavia un pizzico di buon senso non guasterebbe mai in determinate circostanze.
Rispettando la professionalità della categoria del ferrovieri, uomini e donne che quotidianamente si impegnano per fornirci un servizio pubblico che si possa definire decoroso, non possiamo tuttavia tollerare i comportamenti di questi sceriffi, salariati delle FS e dipendenti di un’azienda pubblica, che abusando della loro Autorità, si permettono di offendere e calpestare la dignità dei viaggiatori, i quali risultano sia utenti, in quanto paganti di un servizio, che contribuenti di un pubblico servizio, qual è quello ferroviario.
Non possiamo altro che esserle vicino e dimostrarle la nostra piena solidarietà per quanto accaduto, augurandoci che scene del genere non si ripetano in futuro, anche se visto l’andazzo sarà molto difficile.
Distinti saluti.
Comitato Pendolari Alto Friuli
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