Non abbiamo mai voluto entrare nel merito della questione della protesta Anti-Treno di Udine; una problematica non certamente nuova, ma a nostro parere strumentalizzata da politici in evidente frenesia elettorale.
Domenica si terrà l’annunciata marcia sui binari, alla quale parteciperanno politici cittadini e regionali e i candidati sindaco: una bella vetrina per coloro, come il Sindaco Honsell che, sino ad oggi hanno fatto “0” per il miglioramento del servizio ferroviario in città.
Probabilmente la nostra sarà l’unica voce fuori dal coro, atteso che l’iniziativa non ci trova concordi, innanzi tutti per la forma di protesta prescelta (al limite della legalità qualora si cammini sui binari di una linea attiva), ma soprattutto per i contenuti espressi.
In questo strano Paese sembra quasi che chi grida più forte abbia ragione a discapito degli altri … in realtà la verità va ricercata in anni e anni di errori da parte delle varie Amministrazioni udinesi e di FS.
Il nostro non vuole quindi essere un intervento contro qualcuno, ma solo una critica per fotografare nella maniera più fedele possibile la questione, sollevata ad arte solo ora per evidenti fini elettorali.
Perché ora e non 2 o 3 anni fa? Sembra quasi che qualcuno abbia scoperto ieri che Udine sia divisa dalla ferrovia …
Il Sindaco Honsell e il suo consigliere Matteo Mansi per risolvere l’annoso problema dei passaggi a livello in città hanno avanzato progetti, irrealizzabili da 70 milioni di euro, delegando l’onorevole in pectore e attuale assessore Malisani a ricercare a Roma le soluzioni.
Noi preferiamo partiamo dai fatti veri:
1) la ferrovia Pontebbana taglia Udine dal lontano 1875, quando la città non era così estesa e la ferrovia correva tra i prati.
2) La costruzione della nuova e costosissima linea a doppio binario (anni ‘80 e ’90) è rimasta parzialmente incompleta, atteso che un breve tratto tra la stazione di Udine e il Bivio Vat, lungo circa due chilometri risulta ancora a binario unico.
3) Nel mentre si è costruito ovunque, utilizzando ogni centimetro quadrato di suolo, rilasciando edificabilità anche oltre la fascia di sicurezza della ferrata, in deroga alla normativa, ben sapendo però dell’esistenza della ferrovia. Basti pensare che in via del Bon si è costruito persino un supermercato a ridosso dei binari con il parcheggio prospicente a un passaggio a livello!
Ora è scoppiata la protesta, certamente legittima sotto alcuni aspetti, ma strumentale per altri; alcuni hanno persino tirato in ballo la strage di Viareggio, facendo del puro all’allarmismo, dimenticando che oggi con le nuove normative di sicurezza è più pericoloso il transito di un’autocisterna lungo via Cividale, che il passaggio di un treno.
La questione tuttavia è antica, tanto che Honsell già un paio di anni fa aveva rispolverato l’idea dell’ex Sindaco di Tricesimo Vattori della metropolitana leggera tra Udine e Magnano in Riviera, la quale doveva essere cofinanziata da privati (quali non si sa ancora!). Un progetto assurdo che prevedeva l’eliminazione del tratto da Vat a Udine e la sua trasformazione in ciclopista, depotenziando di fatto la linea Pontebbana. E’ bene sottolineare che quest’ultima è una moderna linea ad alta capacità, potenzialmente in grado di far transitare 180 treni al giorno, ed oggi è ampiamente sottoutilizzata (40%), nonostante sia costata oltre 1.000 miliardi di vecchie lire (516 milioni di euro!).
Tutti concordano che per l’eliminazione del traffico pesante è necessario far viaggiare il più possibile le merci via ferrovia … bene ma se poi i treni passano vicino a casa loro, allora diventano pericolosi e allora sono meglio i camion!
La realtà è che manca una seria progettazione della mobilità: se veramente si vuole decongestionare la città, forse sarebbe più credibile valorizzare ciò che esiste già; realizzare ad esempio una stazione metropolitana a Bivio Vat, similare a quella di San Gottardo, potrebbe facilitare l’integrazione tra treno e bus (es. verso l’ospedale, il polo universitario e la zona a nord di Udine).
Mancano i progetti e le proposte sono da libro sei sogni ! Per questo ci pare che le rivendicazioni della protesta Anti-Treno risultino prive di contenuti, oltre che organizzate in un periodo sospetto da persone, come il consigliere Mansi, alla ricerca di ben altri palcoscenici.
Il problema esiste, ma le persone che protestano non vivono lì da ieri mattina, ma da decenni, e alcuni di loro hanno persino costruito richiedendo l’edificabilità dei terreni vicino alla ferrovia, in deroga alla fascia di rispetto, mentre altri hanno acquistato immobili (a prezzi da saldo) con la consapevolezza dell’esistenza della ferrovia.
Con queste premesse c’è poco da lamentarsi, semmai serve lavorare in sinergia per risolvere i problemi e non crearne degli altri: ci riferiamo alle eventuali modifiche degli orari dei treni passeggeri, che causerebbero disservizi a quei Cittadini virtuosi che utilizzano il servizio pubblico ferroviario in alternativa all’auto.
L’obiettivo dichiarato di chi protesta è far dismettere la tratta ferroviaria che attraversa la città; per farlo servono però 70 milioni di euro. Piccolezze visto il momento economico attuale!
Nel frattempo Rfi, per ridurre i disagi ai residenti, valuterà la possibilità di trasferire una decina di treni merci nella tratta interrata, sottoutilizzata, e di instradare poi la metà dei treni merci sull’asse Cervignano-Risano-Bivio Cargnacco-Bivio Cividale-Vat. Quest’ultima ipotesi, proprio perché avrà ripercussioni sui nodi di Mestre e Tarvisio, richiederà mesi solo per fare le simulazioni e comporterà modifiche a tutti gli orari, compresi quelli del trasporto pubblico locale.
Sarà forse un caso che il Sindaco sostenga oggi le richieste dei residenti del Comitato Anti-Treno e nulla invece abbia fatto per garantire la sicurezza dei pendolari non residenti, che utilizzano la stazione di Udine (oltre 7 milioni di viaggiatori l’anno)?
Dov’era il consigliere Mansi quando sui giornali apparivano quotidianamente le denunce in ordine alla sicurezza della stazione di Udine?
Si ricorderà infatti che la riqualificazione delle pensiline (costata 2 milioni) è stata effettuata tra il 2011 e il 2012 grazie alle nostre lamentele e al nostro esposto all’ASL. Nessun merito ha avuto invece il Comune, che nulla ha fatto per far rimuovere i quintali di eternit che giacevano a danno della salute pubblica sotto le vecchie pensiline.
Non solo, è passato più di un anno dal nostro incontro del 28.10.2011 con il Sindaco Honsell, durante il quale si erano concordate le modalità di intervento per la cosiddetta area del Kiss and Ride, ovvero per quanto riguarda gli attraversamenti pedonali antistanti l’area della stazione FS, dei quali avevamo segnalato la criticità e pericolosità.
Avevamo richiesto la realizzazione di un semplice passaggio pedonale zebrato, in grado di garantire ai pedoni un accesso sicuro in stazione, evitando così di zigzagare tra bus, taxi e auto abusive.
Nulla è stato fatto!
Siamo anni che ci battiamo per una migliore gestione del servizio ferroviario, e conosciamo pertanto le logiche di certi Amministratori e di FS; a naso sappiamo distinguere una promessa da marinaio da una seria. L’unica certezza in questa situazione è la presenza di tanti marinai in attesa di un “imbarco sicuro” … Cari amici del Comitato Anti-Treno state attenti, non credete alle facili promesse di certi "marinai" non vorremmo che l’impegno del Sindaco e dell’operoso consigliere Mansi cessi d’un tratto dopo le elezioni … e tutto resti come prima, relegando le vostre legittime aspettative nel solito cassetto dei sogni.
Qualcuno maliziosamente ha rilevato che i residenti di Via Cividale e via del Bon votino, mentre i pendolari che utilizzano la stazione no in quanto non residenti … Chissà a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!