Nei giorni scorsi, a seguito delle proteste per i ritardi dei treni, una pendolare di Stradella, lavoratrice a Milano e madre di famiglia (in particolare dopo l'occupazione dei binari avvenuta a Bressana Bottarone il 22 giugno scorso), è stata denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Il fatto ha suscitato lo sconcerto del Comitato Pendolari di Pavia, che ora, con una lettera, spiega la loro legittima protesta “I pendolari di Stradella per due giorni di seguito si sono visti sopprimere il loro treno, il 22 mattina hanno dovuto utilizzare il treno delle 7.20 con oltre 30 minuti di ritardo, nella stazione di Bressana, al momento del cambio treno, hanno richiesto la fermata straordinaria del 2674 per cercare di contenere i quotidiani ritardi sul lavoro causati da Trenitalia. E' stata loro negata. A quel punto l'esasperazione li ha colti e sono scesi sui binari. Una sola di loro è stata indicata da un capostazione che - ci hanno testimoniato - li ha presi in giro per tutto il tempo, minacciando ripercussioni. A questa signora, onesta cittadina, è stata notificata venerdì 25 giugno la denuncia di interruzione di pubblico servizio. Questo è un atto gravissimo! Voi sapete bene quanto drammatica sia la situazione sul nostro territorio: ritardi e soppressioni sono all'ordine del giorno. Sulla Milano-Mortara la scorsa settimana i pendolari ci hanno messo 4 ore per arrivare a casa a Vigevano… In tutto questo, avete anche il coraggio di denunciare i pendolari?
Vi chiediamo di intervenire a sanare al più presto questi intollerabili disservizi cui siamo sottoposti ogni giorno ed assumervi la responsabilità di quanto da noi sopportato ingiustamente. Siamo lavoratori, non delinquenti. Non siamo bestie ! Siamo stufi di sentirci dire "Ci scusiamo per il disagio". Chi ci risarcisce dallo stress subito? Chi ci risarcisce i ritardi sul lavoro? o il rischio di perdere il lavoro?
Da eccezione sta diventando la regola e i viaggiatori si sentono vessati. «Invece di dare risposte, di smetterla di farci sentire cittadini di serie B, i viaggiatori vengono segnalati alla magistratura. Confidiamo davvero nella clemenza di chi sarà chiamato a giudicare perché la nostra, soprattutto certi giorni, è davvero una non vita».
Il Comitato Pendolari di Pavia ora fa quadrato attorno alla madre di famiglia: “Elisa è stata denunciata per evidente rappresaglia, in quanto non è stato possibile individuarla, a detta della stessa Polfer come occupante di binari.”
Queste notizie ci rattristano, ma il copione purtroppo si ripete ancora, come già successo con Maurizio Carnevali – il pendolare ligure accusato lo scorso mese di marzo di aver bloccato un treno a Santa Margherita - ora tocca a Elisa di Stradella.
La denuncia penale per interruzione di pubblico servizio è a nostro giudizio un gesto sproporzionato e iniquo in quanto le vere vittime di questa dolorosa situazione siamo noi Pendolari e solo NOI.
E' fin troppo banale ribadire che la fattispecie di reato dell'interruzione di pubblico servizio si potrebbe invocare ogni qual volta Trenitalia - per colpa grave o dolo - provoca ritardi o soppressioni nei collegamenti, conseguente perdite di salario per gli utenti, costringendo l’utenza a usufruire di un servizio di bassa qualità per le ragioni che tutti conosciamo.
Il Comitato Pendolari Alto Friuli esprime la più totale solidarietà ad Elisa e a “colleghi di sventura” di Pavia e si augura che la Magistratura riconosca la totale innocenza di una Pendolare esasperata a fronte delle quotidiane vessazioni poste in essere da un Gestore, incapace ad offrire un servizio di trasporto pubblico che si possa definire tale.
Prendiamo ancora una volta atto che le Ferrovie risultano incapaci a far fronte alle criticità di un servizio assolutamente indifendibile ed imbarazzante ... e difronte alle lamentele e alle sacrosante richieste degli Utenti reagiscono con una rappresaglia nei confronti di quei Pendolari, che con gran senso civico hanno ancora la forza di far sentire la loro voce !
Ma come successo da noi, dove il Direttore Regionale di Trenitalia, raggiunto telefonicamente da un nostro rappresentante (per essere edotto su una problematica urgente), gli ha attaccato il telefono dicendo "non ho tempo sto pranzando " ... così pare sia l'andazzo generale lungo tutto lo Stivale.
Loro non hanno tempo ! Peccato che dimenticano che l'azienda che gestiscono non è la loro, ma è la NOSTRA, che i treni non sono i loro, ma i NOSTRI, che i loro lauti stipendi, quelli si sono loro, ma pagati con le NOSTRE TASSE !
Ebbene neanche noi abbiamo più tempo e pazienza: pretendiamo che vengano garantiti quei basilari diritti di mobilità e spostamento previsti dal nostro Ordinamento, oggi miseramente calpestati dalla cronica inefficienza gestionale delle Ferrovie, la quale è agevolata dal disinteresse delle Istituzioni, impassibili dinanzi a questo sfacelo.
Oggi più che mai siamo tutti Elisa !
Il fatto ha suscitato lo sconcerto del Comitato Pendolari di Pavia, che ora, con una lettera, spiega la loro legittima protesta “I pendolari di Stradella per due giorni di seguito si sono visti sopprimere il loro treno, il 22 mattina hanno dovuto utilizzare il treno delle 7.20 con oltre 30 minuti di ritardo, nella stazione di Bressana, al momento del cambio treno, hanno richiesto la fermata straordinaria del 2674 per cercare di contenere i quotidiani ritardi sul lavoro causati da Trenitalia. E' stata loro negata. A quel punto l'esasperazione li ha colti e sono scesi sui binari. Una sola di loro è stata indicata da un capostazione che - ci hanno testimoniato - li ha presi in giro per tutto il tempo, minacciando ripercussioni. A questa signora, onesta cittadina, è stata notificata venerdì 25 giugno la denuncia di interruzione di pubblico servizio. Questo è un atto gravissimo! Voi sapete bene quanto drammatica sia la situazione sul nostro territorio: ritardi e soppressioni sono all'ordine del giorno. Sulla Milano-Mortara la scorsa settimana i pendolari ci hanno messo 4 ore per arrivare a casa a Vigevano… In tutto questo, avete anche il coraggio di denunciare i pendolari?
Vi chiediamo di intervenire a sanare al più presto questi intollerabili disservizi cui siamo sottoposti ogni giorno ed assumervi la responsabilità di quanto da noi sopportato ingiustamente. Siamo lavoratori, non delinquenti. Non siamo bestie ! Siamo stufi di sentirci dire "Ci scusiamo per il disagio". Chi ci risarcisce dallo stress subito? Chi ci risarcisce i ritardi sul lavoro? o il rischio di perdere il lavoro?
Da eccezione sta diventando la regola e i viaggiatori si sentono vessati. «Invece di dare risposte, di smetterla di farci sentire cittadini di serie B, i viaggiatori vengono segnalati alla magistratura. Confidiamo davvero nella clemenza di chi sarà chiamato a giudicare perché la nostra, soprattutto certi giorni, è davvero una non vita».
Il Comitato Pendolari di Pavia ora fa quadrato attorno alla madre di famiglia: “Elisa è stata denunciata per evidente rappresaglia, in quanto non è stato possibile individuarla, a detta della stessa Polfer come occupante di binari.”
Queste notizie ci rattristano, ma il copione purtroppo si ripete ancora, come già successo con Maurizio Carnevali – il pendolare ligure accusato lo scorso mese di marzo di aver bloccato un treno a Santa Margherita - ora tocca a Elisa di Stradella.
La denuncia penale per interruzione di pubblico servizio è a nostro giudizio un gesto sproporzionato e iniquo in quanto le vere vittime di questa dolorosa situazione siamo noi Pendolari e solo NOI.
E' fin troppo banale ribadire che la fattispecie di reato dell'interruzione di pubblico servizio si potrebbe invocare ogni qual volta Trenitalia - per colpa grave o dolo - provoca ritardi o soppressioni nei collegamenti, conseguente perdite di salario per gli utenti, costringendo l’utenza a usufruire di un servizio di bassa qualità per le ragioni che tutti conosciamo.
Il Comitato Pendolari Alto Friuli esprime la più totale solidarietà ad Elisa e a “colleghi di sventura” di Pavia e si augura che la Magistratura riconosca la totale innocenza di una Pendolare esasperata a fronte delle quotidiane vessazioni poste in essere da un Gestore, incapace ad offrire un servizio di trasporto pubblico che si possa definire tale.
Prendiamo ancora una volta atto che le Ferrovie risultano incapaci a far fronte alle criticità di un servizio assolutamente indifendibile ed imbarazzante ... e difronte alle lamentele e alle sacrosante richieste degli Utenti reagiscono con una rappresaglia nei confronti di quei Pendolari, che con gran senso civico hanno ancora la forza di far sentire la loro voce !
Ma come successo da noi, dove il Direttore Regionale di Trenitalia, raggiunto telefonicamente da un nostro rappresentante (per essere edotto su una problematica urgente), gli ha attaccato il telefono dicendo "non ho tempo sto pranzando " ... così pare sia l'andazzo generale lungo tutto lo Stivale.
Loro non hanno tempo ! Peccato che dimenticano che l'azienda che gestiscono non è la loro, ma è la NOSTRA, che i treni non sono i loro, ma i NOSTRI, che i loro lauti stipendi, quelli si sono loro, ma pagati con le NOSTRE TASSE !
Ebbene neanche noi abbiamo più tempo e pazienza: pretendiamo che vengano garantiti quei basilari diritti di mobilità e spostamento previsti dal nostro Ordinamento, oggi miseramente calpestati dalla cronica inefficienza gestionale delle Ferrovie, la quale è agevolata dal disinteresse delle Istituzioni, impassibili dinanzi a questo sfacelo.
Oggi più che mai siamo tutti Elisa !